Posts contrassegnato dai tag ‘pedagogia’
Protetto: Incontro di formazione Metodo analogico a Regoledo
Pubblicato: 22 marzo 2017 da alicemate in AGGIORNAMENTO, DIDATTICA, Didattica inclusiva, NUOVE TECNOLOGIE, SCUOLA E PEDAGOGIA POPOLARE, Software didattici e LIMTag:Camillo Bortolato, didattica, matematici, metodo analogico, pedagogia
Protetto: Italiano con il metodo analogico (Colorina)
Pubblicato: 29 settembre 2016 da alicemate in AGGIORNAMENTO, DIDATTICA, Didattica inclusiva, NUOVE TECNOLOGIE, Pedagogia SPERIMENTALE, Software didattici e LIMTag:Camillo Bortolato, contare, didattica, geometria, italiano, leggere, metodo analogico, numeri, pedagogia, scrivere, scuola
Immaginazione, fantasia, creatività
Pubblicato: 14 agosto 2016 da alicemate in AGGIORNAMENTO, DIDATTICA, SCUOLA E PEDAGOGIA POPOLARETag:attività concrete, creatività, educazione, fantasia, gioco, immaginazione, Maria Montessori, pedagogia, riflessioni, scuola
Leggo e rifletto con voi: nell’infanzia, cioè fino all’ingresso della scuola primaria, generalmente diamo molto spazio alla fantasia, alla fiabe, al gioco per finta… poi ci si mantiene molto di più legati alla realtà, al pensiero razionale, la fantasia è solo un momento di svago o un impegno in cui attivarsi per inventare poesie, testi, pensieri… dove tutto va bene!
Invece no, ci insegna Maria Montessori!
Nell’infanzia è meglio stare legati alla vita reale, il gioco per finta è trasformato nelle sue scuole in attività di vita pratica, non si gioca alla mamma a pettinare o vestire la bambola, si impara a pettinare e vestire se stessi; non si fa finta di lavare, si lava quello che è utile pulire… Invece dall’età di 7 anni, nella fanciullezza, ecco che la fantasia e l’immaginazione diventano utili per raggiungere l’astrazione, per allontanarci dalla realtà e volare verso conoscenze diversamente esperibili, servono per imparare, servono all’apprendimento.
Volare nella storia, nella geografia, nelle scienze… ecco l’istruzione COSMICA!
Questo è una scoperta solo per me?
Metto le pagine che mi hanno fatto fare questa scoperta da “La pedagogia di Maria Montessori tra teoria e azione”, Clara Tornar
Immaginazione, fentasia, creatività pdf
preparato e pubblicato dall'ins Maria Valenti (Alicemate sul blog)
Il ritmo della vita e quello della scuola
Pubblicato: 6 agosto 2016 da alicemate in Pedagogia SPERIMENTALE, SCUOLA E PEDAGOGIA POPOLARETag:educazione, letture, Maria Montessori, pedagogia, riflessioni, scuola
Tratto, con piccole modifiche di presentazione, da “La pedagogia di Maria Montessori tra teoria e azione” (Ricerche Sperimentali, sezione diretta Clara Torner)
Interessante vedere la differenza dei due grafici: ogni età della vita è importante e fondamentale allo stesso modo per lo sviluppo della persona, cambiano solo le modalità di approccio al mondo della conoscenza, ma la scuola non pare molto attrezzata per le prime fasi, infatti anche la preparazione richiesta ai docenti è in linea crescente con l’età dei loro “educandi”…
Per leggere le pagine che descrivono i quattro “piani” dello sviluppo, vedi al link:
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Scritto e pubblicato dall'ins Maria Valenti (Alicemate sul blog)
la POTENZA della PAROLA
Pubblicato: 8 marzo 2015 da alicemate in AGGIORNAMENTO, DIDATTICA, didattica cooperativa, LAVORO DI GRUPPO, NUOVE TECNOLOGIETag:creatività, didattica, Ferri Paolo, La Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, maestri, Moriggi Stefano, osservazioni, parole, pedagogia, presentazione Prezi, riflessioni, Ufficio Scolastico Provinciale
Per vedere la presentazione dell’Unità di Apprendimento progettata su ipotetica classe e anno ancora da venire durante il corso di aggiornamento “Scuola dei nativi digitali”
cliccare QUI e aspettare che si carichi bene la pagina di presentazione su “Prezi” dove navigare
(indicazioni per l'uso di Prezi)
– cliccando sul quadro parte la musica, utilizzare le frecce in basso per andare sia avanti che indietro
– potete avvicinare, ingrandire, spostare gli oggetti … (a destra l’icona per tornare sempre alla home della presentazione)
– quando appare il quadro nero del video dovete farlo partire, e procedere poi ancora con le frecce in basso per scorrere le immagini successive che riprendono e rileggono il video secondo il vostro bisogno
– attenzione all’ultima slide che presenta dei link: digitando su questi troverete pagine di giochi, da qui tornerete alla presentazione chiudendo la pagina gioco
– al termine freccia di navigazione per tornare qui.
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Informazioni, approfondimenti e riflessioni sul percorso fatto si trovano nei due post precedenti:
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Momenti di attività del gruppo:
1) creazione di un ambiente di condivisione on line su googlegroups, il nostro “donchisciotte….”
2) aggiornamento on line sui lavori in classe e condivisione di riflessioni e progettazioni personali da casa (con la possibile super visione del docente).
Alcuni documenti condivisi dal gruppo nei pdf:
U.A. – La potenza delle parolecorso-(La scuola dei nativi digitali)
Autori e libri citati:
testi utili di Aldo Palazzeschi, Fosco Maraini, Toti Scialoja, Roberto Piumini, Balzaretti, Molesini, Koch, Tanzi
R.V. Merletti “Leggere ad alta voce”
Ersilia Zamponi “I draghi locopei”
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Considerazioni personali
L’esperienza è stata da stimolo ad aggiornamenti e utilizzo di nuove pratiche didattiche per innovare la scuola, a favore dei nostri alunni nati in un mondo”digitalizzato”.
I tempi in presenza avrebbero potuto essere sfruttati meglio per permettere agli insegnanti frequentanti di mettersi maggiormente in gioco sulle metodologie cooperative, indispensabili ad attuare la scuola presentata.
Ringraziamenti
Il gruppo ringrazia il collega Giacomo per la disponibilità e le competenze nella didattica innovativa e nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
Si ringraziano i Docenti del corso e gli Enti che hanno promosso questo aggiornamento per rispondere all’esigenza educativa di rivedere alcuni modelli didattici e comunicativi conseguentemente all’uso di nuovi strumenti tecnologici:
La Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e l’Ufficio Scolastico Provinciale.
Pubblicazione curata dagli ins. Giacomo Mottarella e Maria Valenti
Scuola dei nativi digitali
Pubblicato: 30 dicembre 2014 da alicemate in DIDATTICA, NUOVE TECNOLOGIETag:didattica, educazione, Flipped Classroom, Graziano Cecchinato, laboratorio, lim, pedagogia, riflessioni, scuola
Premessa curiosa e significativa:
Scuola Easy o Hard?
Questo schema, pubblicato dal maestro Giacomo lo scorso novembre, mostra due diverse interazioni del gruppo classe, a seconda delle metodologie di insegnamento, da cui dipendono le rispettive relazioni insegnante/ragazzi e ragazzi/ragazzi.
Giacomo le presenta come:
– Easy (facile) la prima: quella in cui l’insegnante conduce la tradizionale lezione frontale e i ragazzi ascoltano passivamente in silenzio.
– Hard (difficile) la seconda: la lezione non c’è più, tutti gli studenti, con l’insegnante, lavorano alla soluzione/ricerca/studio in gruppo per raggiungere attivamente gli apprendimenti… (è difficile! infatti nessuno o quasi si preoccupa di fare o provare a fare le cose hard…)
Io avevo commentato a Giacomo: – Com’è vero! ma con la LIM si mischiano le due situazioni… creando Easy/Hard alternate, perché l’insegnante quasi “raddoppia” (cioè fa lezione ma attraverso video, immagini, testi già preparati ed è così più libera di interagire, aiutare, curare relazioni, gestire laboratori e gruppi…)
… ma Giacomo non pare più convinto dei benefici della LIM…
– ma come? – rispondo incredula. – per me è sempre un forte sussidio per cambiare e innovare l’insegnamento!
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Il giorno successivo ha inizio il corso “La scuola dei nativi digitali” a cui partecipiamo sia Giacomo che io.
Perchè mi sono iscritta? Perchè l’iniziativa vuole rispondere all’esigenza educativa di rivedere alcuni modelli didattici e comunicativi conseguentemente all’uso di nuovi strumenti tecnologici… proviamo a sentire!
– Nel primo dei quattro incontri in calendario la lezione è Easy, lezione tradizionale: il docente spiega ai corsisti, che ascoltano e prendono appunti, spiega come sia cambiato il mondo della cultura, come sia modificata la circolazione dei saperi e come i bambini abbiano un diverso modo di apprendere, di leggere, scrivere, pensare… mentre la scuola è rimasta ferma, ferma nei secoli…
Dal dipinto di Laurentius de Voltolina 1350 c.a. : “Lezione all’Università di Bologna”
Alcune puntualizzazioni storiche sull’evoluzione della cultura:
1- Sette secoli fa, come documentato dal dipinto, una lezione > letio > leggere, in cui appunto un insegnante legge un prezioso libro agli studenti che prendono appunti (quelli delle prime file!)
2- Con la stampa il libro diventa meno prezioso, il docente spiega il libro che tutti gli studenti posseggono
3- Ora la tecnologia riproduce non solo il libro ma riproduce il docente stesso che spiega attraverso video a disposizione di tutti in internet
– Anche qui, su questo spazio on line, possiamo infatti vedere, attraverso un video di Graziano Cecchinato, una lezione simile a quella del corso: è lunga ma la possiamo seguire quando vogliamo, facendo pause, rivedendola nelle parti che più ci servono… rispettando i nostri bisogni e interessi
Nel video il docente Graziano Cecchinato ci porta a scoprire che quello che serve alla scuola dei nativi digitali è un capovolgimento del METODO di insegnamento: bisogna cambiare, rendere la lezione attiva, partecipata, interattiva, insomma una lezione Hard. La lezione frontale, quella Easy, sarà demandata agli strumenti tecnologici, a casa.
A scuola si attiveranno lavori di gruppo con i compagni, con la guida e il supporto dell’insegnante: abbiamo la Flipped Classroom!
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Altri strumenti per “apprendere”a disposizione sul web:
– una presentazione dei contenuti, con testi, immagini, video… (“Prezi Edu”): cliccare QUI e lasciare caricare, poi sfogliare con le frecce e altre modalità da scoprire…
– un testo in pdf sempre sulla Flipped Classroom cliccare QUI per aprire e scaricare
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Concludendo: io ascolto, mi incuriosisco, condivido, approfondisco, provo anche a non assegnare compiti per le vacanze di Natale… ma su un punto no, non sono d’accordo: che la LIM sia già archeologia!!!
Altro punto da chiarire: quando la scuola Primaria è “a tempo pieno”, dove i bambini restano a scuola la maggior parte del loro tempo giornaliero, in che modo, in che percentuale è possibile rovesciare, fare la Flipped Classroom? La parte di “lezioni” da assegnare per compito potrebbe essere, almeno in parte, ancora da svolgere in classe e magari usando la tecnologia scolastica… e la LIM? per i fortunati che ce l’hanno?
Giacomo e Maria
Una riflessione con MARIO LODI
Pubblicato: 26 aprile 2012 da alicemate in DIDATTICA, E' TEMPO... DI SCUOLA, SCUOLA E PEDAGOGIA POPOLARETag:didattica, educazione, maestri, pedagogia, scuola
LA NOSTRA AULA … LA PIU’ BELLA STANZA DEL MONDO?
Siamo in classe, i ragazzi guardano, ascoltano, chiedono, provano, sbagliano, riprovano, aiutano il compagno, provano insieme, vogliono farcela, alla fine qualcosa hanno costruito tutti e sono soddisfatti di aver preso parte alla lezione, di aver collaborato, di aver imparato qualcosa in più del giorno prima.
La scuola può anche essere attiva, portare soddisfazioni, essere piacevole, a volte anche divertente!
Certo se si riesce a fare scuola in modo giocoso, creativo, coinvolgente, si riesce più facilmente ad attivare TUTTI, a promuovere cultura per TUTTI.
Ma è molto impegnativo attivare questi felici momenti di apprendimento per TUTTI, come è difficile la DEMOCRAZIA.
Lavorare per tutti richiede tempi maggiori, a volte sembra anche di “perdere tempo”, di disperdere inutilmente energie, proprio come succede nelle gestioni democratiche, quando le decisioni le si vuole partecipate e condivise da tutti, quando si ascoltano i bisogni degli altri, attivando le energie di tutti e riconoscendo con onestà il lavoro di ciascuno.
Questa scuola che “tiene tutti” è difficile da attuare. Quella selettiva, che tiene solo i migliori, che non si impegna a cercare strade diverse, e chi non sa seguire la sua strada, l’unica e difficile strada per i capaci, resti pure fermo lì o rotoli giuuuuu…
Questa riflessione è stata stimolata dalla lettura di un articolo riportato sulla rubrica della rivista di marzo/aprile 2012 “Scuola e formazione” dedicata al grande maestro Mario Lodi in occasione del suo 90° compleanno. (clicca QUI per vedere la rivista e aprire il pdf a fondo pagina)
Mario Lodi ( 17/02/1922) è il maestro/scrittore che ci ha dato “Cipì”, “Il paese sbagliato”, “Bandiera” e tanti altri libri per i bambini e per la scuola e che continua a lavorare affinchè la scuola sia una bella stanza per tutti quelli che la vivono.
Sono quindi tornata a rivedere un’ intervista a Mario Lodi di Famiglia Cristiana del 2008 “LA CLASSE DEL MAESTRO” di cui riporto questi due quesiti
(per vedere tutta l’intervista clicca QUI)
1) La scuola che deve fare?
… abbiamo un problema in più da fronteggiare, fatto di Tv e computer che scollano sempre più i bambini dalla vita reale per proiettarli in un eterno virtuale, insinuando in loro la convinzione che l’avere conti più dell’essere e del sapere».
Rende l’idea con un aneddoto: «Sono stato in una classe poco tempo fa, ho chiesto ai bambini cosa sognassero di fare, uno mi ha risposto ‘il miliardario’, ovviamente in euro, ‘così mi compro due belle ragazze e due macchine’. Gli altri ne hanno fatto subito un leader. Nel ‘mi compro’ c’è un’idea di mondo. Se vogliamo una speranza come scuola dobbiamo inventarci un sistema per fermare questo mercato. Non so se l’idea che ho saprà farlo. Sperimentiamo, poi magari alla fine scopriremo che non vale, ma almeno proviamo».
2) Maestro unico? Tempo pieno?
Quando gli chiediamo che ne pensa del maestro unico di cui tanto si discute Lodi risponde che: «Non è fondamentale che siano uno o tanti, dipende tutto da come sono. Anche il tempo pieno l’abbiamo inventato noi, a Barbiana e a Vho di Piadena, ma non è un valore in sé, conta quel che ci metti dentro: se è un parcheggio non serve a niente».
Vengono in mente le parole di don Milani: «Gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena. Insistono perché io scriva per loro un metodo, che io precisi per loro i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per far scuola, ma solo di come bisogna essere per fare scuola». Nessuno, né don Milani che non c’è più da tanto tempo, né Mario Lodi che a 86 anni ancora insegna delle cose, si è mai illuso che fosse facile tradurre in realtà gli ideali. Ma non sembra una buona ragione per non provare.
Che ci dicono quindi Mario Lodi e Il suo amico Don Milani, dove sta la differenza nel far di un’aula la più bella stanza del mondo?
– la differenza non è quello che fa un insegnante, ma come lo fa
– come lo fa non è il metodo che segue ma come si pone mentre insegna
– è il maestro che fa la differenza
– un gioco può diventare ostile
– una lezione frontale può essere felicemente giocosa…
– il tempo pieno può diventare un parcheggio
– il tempo breve una stazione di lancio…
Sono poi andata a leggere l’intervista a MARIO LODI di Repubblica, 16 febbraio 2012 a cui si collegava anche la rivista scolastica.
“Sognavo una scuola libera, ma oggi quell’utopia non c’è più”
A una scuola puramente trasmissiva, dispensatrice di saperi dall´alto, opponeva un insegnamento che contemplava la collaborazione al posto della competizione, il recupero invece della selezione, la ricezione critica piuttosto che l´ascolto passivo. «Volevamo rifondare la scuola democratica. L´aula rappresentava la società e a scuola si sperimentava la base del vivere civile. Il maestro doveva formare il cittadino responsabile».
E dopo oltre mezzo secolo, maestro Lodi, qual è il bilancio?
Lo sguardo azzurro si fa distante, come a difendersi da una realtà che non gli piace. «L´Italia è un disegno incompiuto. Non è nato il popolo che volevamo rieducare, così come non è nata la nuova scuola che avevamo in mente. Se mi volto indietro, se penso al nostro lavoro di quei decenni, mi sembra tutto vanificato. Oggi è prevalsa la scuola tradizionale, un modello competitivo che somministra nozioni e dà la linea». Non vogliamo teste piene, le vogliamo ben fatte: era lo slogan degli insegnanti democratici. Un´altra favola bella che se n´è andata.
E al maestro di oggi cosa suggerirebbe?
«Possedere un cuore, che è un motore potente. E poi attaccarsi al bambino, seguirlo con dedizione, riuscire a scrutarne i talenti nascosti. Senza mai dimenticare che il compito della scuola è trasformare un gregge passivo in un popolo di cittadini pensanti».
No, non si arrende Mario Lodi. Ma nel giorno del suo novantesimo compleanno, lui chiede per favore, fate silenzio. Guardate fuori dalla finestra, insieme al maestro, ma in silenzio.
E allora con il saggio Maestro restiamo un po’ in silenzio e riflettiamo… guardando con lui dalla finestra.
(Intervista a Mario Lodi sul suo nuovo libro “C’è speranza, se questo accade al Vho”. Drizzona (Cremona) 03/02/2011)
Link ad alcuni lavori pubblicati in internet, fatti dai bambini della scuola primaria con i loro insegnanti :
“Nasce Cipì” narrata e illustrata dalle classi seconde (tratto dala storia di “Cipì” di Mario Lodi)
La storia di “Cipì” di Mario Lodi raccontata dai bambini di una classe prima:
“LA STORIA DI CIPI’, UN UCCELLINO BIRICHINO”
La storia di” Cipì” raccontata e illustrata in una classe seconda:
Un altro lavoro su
GIOCO COME VOGLIO!
Pubblicato: 30 giugno 2010 da alicemate in IL TEMPO PER GIOCARETag:educazione, gioco, insegnanti, mensa, osservazioni, pedagogia, riflessioni, tempo pieno
IL GIOCO INDIVIDUALE PERDUTO
Pochi giorni fa, una giovane psicologa che ha concluso un periodo di tirocinio presso una struttura ospedaliera di Milano e ha avuto occasione di incontrare bambini in età di scuola primaria , mi raccontava con tristezza che i bambini non hanno più esperienza di gioco libero individuale perchè il loro tempo giornaliero è interamente occupato e organizzato.
Questa attività di gioco che un bambino “si inventa” è importante per ricreare esperienze, emozioni e grazie a questa contrastare e superare difficoltà incontrate oppure vivere con la fantasia sogni e desideri che la vità di ogni giorno non può soddisfare.
Queste sono esperienze importanti nella crescita di ognuno e penso che la maggior parte di noi abbia potuto sperimentarle durante l’ infanzia.
Concludendo:
– La nostra società moderna non lascia più il tempo per il gioco individuale ?
– Forse capita solo nelle grandi città?
– Forse solo a certi bambini che poi hanno più bisogno di un aiuto dello psicologo?
Questa non vuole essere una provocazione ma una riflessione a prestare attenzione ai bisogni dei bambini … per trovare spazi e tempi adeguati ai loro giochi liberi individuali o di gruppo.
Proprio ieri ho visto un angolo-gioco estivo allestito in un piccolo cortile privato: piscinetta con acqua al sole abbinata a casetta-gioco, il tutto gestito con gioia da due cuginetti di 8 e 9 anni: è stato una gioia vederli organizzare la loro “casa delle vacanze”.
Di spazi per il gioco se ne possono inventare tanti .. raccontatecene alcuni che conoscete e sapete che funzionano … in casa, all’aperto, a scuola, in montagna…
Le idee si possono copiare e i giochi moltiplicare!!!
MENSA…CHI CI SMENA?
Pubblicato: 21 giugno 2010 da lameladiodessa in SPAZIO MENSATag:alimentazione, educazione, mensa, osservazioni, pedagogia, riflessioni
Cos’è la mensa per i bambini? E’ tortura? E’ non poter mangiare quello che si vuole? E’ solo “alzare la voce”? E’ sentirsi ogni giorno obbligati a pranzare con persone antipatiche? Oppure è un’altra occasione per imparare a stare insieme? Un’occasione per imparare a mangiare con forchetta e coltello? Un’occasione per imparare ad assaggiare tutto (se va male sputo…)?
Cos’è la mensa per i docenti? E’ fatica? E’ una costrizione? E’ svilimento della propria professione? Oppure è un’occasione per mettere in pratica, ad esempio, i progetti asl per una corretta alimentazione? Un’occasione per PRATICARE BUONE PRATICHE d’insegnamento e di relazione? Un’occasione per inventare…?