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Grazie all’invito a  portare il mio contributo ad un corso di aggiornamento organizzato dall’IPRASE del Trentino, sul tema

FAR DI CONTO

 7, 8, 9  settembre 2017, tre giorni di incontri sul calcolo alla scuola primaria, ho potuto ascoltare e cogliere alcuni  punti di contatto fra gli studi delle neuroscienze con la didattica di Camillo Bortolato.

Il corso è stato introdotto infatti da una relazione del docente e ricercatore CIMEC Prof. Giorgio Vallortigara “Cervelli che contano: come il cervello apprende il concetto di numero e di operazione”. Ho seguito con interesse questa presentazione che ha dato spunti e collegamenti anche per il mio laboratorio sul far di conto con gli strumenti del metodo analogico di Camilllo Bortolato. Gli spunti che ho colto a supporto del metodo analogico sono stati:

  • smontare la paura verso la matematica che molti bambini vivono, tenuto conto che tutti gli animali, come anche l’uomo, hanno la capacità di cogliere le quantità.

  • il cervello ha la sua rappresentazione della numerosità, da qui si deve partire ed esercitarla nelle scuole

  • lo zero è presente come il NULLA della numerosità

  • il percorso da seguire è dalla semantica, al lessicale (etichette es.del pappagallo), al sintattico (collegamenti ai simboli es. del del gorilla)

  • la matematica e il linguaggio sono separati nel cervello

  • la matematica, quella dei simboli, del linguaggio, è un fatto culturale
  • la matematica dei matematici è semplicemente la riscoperta di quello che c’è naturalmente nei nostri cervelli, cioè tutta la matematica dei numeri reali, non solo naturali

 

A questo scopo metto un video pubblicato su Youtube, dove il prof. Vallortigara espone le nuove scoperte, i contenuti sono circa gli stessi esposti al corso:

 

Questo il programma della giornata a cui ho preso parte

 Cervelli che contano: come il cervello apprende il concetto di numero e di operazione – Giorgio Vallortigara (CIMEC)

Laboratorio: Il metodo analogico – Maria Valenti

Laboratorio: Il calcolo nelle prove INVALSI – Marianna Nicoletti

Laboratori a confronto: dibattito sui laboratori – Elisabetta Ossanna UNITN

Il giorno successivo venivano presentate altre due metodologie:

Laboratorio: Il metodo Montessori – Chiara Visintainer

Laboratorio: Il calcolo in riga – Lorella Maurizi

Laboratori a confronto: dibattito sui laboratori – Elisabetta Ossanna UNITN


 

Articolo pubblicato da Alicemate-maestra Maria

slider1Al  convegno “INSEGNARE E APPRENDERE LA MATEMATICA” tenuto a Rimini il 15 e 16 maggio scorsi, sono intervenuti tanti relatori esperti del settore, ed è stato interessante vedere i diversi punti di vista e scoprire che la maggior parte erano convergenti e complementari. Appunto gli interventi che ho seguito con qualche annotazione, in attesa che il sito del Convegno si aggiorni.

(clicca sull’immagine per andare al sito)

– I materiali pubblicati resi disponibili dai relatori QUI (Atti del Convegno)

1- Perché è sempre più importante studiare la matematica ( Natalini Roberto, Direttore Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone”, CNR, Roma)

Perchè viviamo in una società che usa tanta matematica, spesso nascosta. Perchè è utile e offre opportunità di lavori creativi e interessanti. …

vedi Qui il materiale del relatore

sito indicato su cui pubblica:  MADDMATHS

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2- L’istinto matematico. Cervelli che contano ( Vallortigara Giorgio, Direttore CIMeC, Università di Trento)

L’istinto del numero esiste, ce l’hanno anche gli animali. La numerosità è innata. Migliorare le capacità matematiche si può esponendo i bambini alla visualizzazione di numerosità.

I due linguaggi verbale e matematico sono indipendenti.

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3- Matematica per i maschi, italiano per le femmine? Come ridurre la minaccia degli stereotipi di genere in classe (Tomasetto Carlo, Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna)

 

È vero che i maschi sono più bravi in matematica? (dal blog del sito del Convegno)

 

Stereotipi e matematica. Cos’è uno stereotipo? Quando si acquisiscono gli stereotipi?

A sei anni le bambine già associano più preferibilmente maschio a numero. Le femmine pensano di essere più brave perchè si impegnano. I maschi riescono perchè sono bravi, si sentono capaci. Gli stereotipi si combattono in età prescolare o scolare, dopo è troppo tardi.

Chi fornisce modelli in casa ⇒ i messaggi impliciti ⇓

chi legge l’estratto conto? chi si occupa dei compiti difficili? chi prepara il viaggio?

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4- Raccontare la matematica (Cerasoli Anna, matematica e scrittrice)

Calo della preparazione matematica in italia. Perchè? Perchè è troppo astratta.

Bisogna utilizzare più metafore per insegnare matematica ⇒ la metafora trasferisce una conoscenza che già conosco in un’altra da scoprire

Intervista    bibliografia Ed.Scienza   biblliografia Feltrinelli

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5- Errori e difficoltà in matematica  (Zan Rosetta, Dipartimento di Matematica, Università di Pisa)

L’apprendimento è un’attività costruttiva, costruita dal discente che attivamente interpreta l’esperienza.

Il ruolo del contesto ⇒costruire un contesto per richiamare gli apprendimenti

                                     ⇐destrutturare il contesto per valutare le competenze

Popper, il ruolo dell’errore

“Gli insegnanti dovrebbero riuscire a far comprendere ai propri allievi che l’errore non è qualcosa di scandaloso, bensì il motore sia delle scoperte scientifiche che del processo formativo in cui sono coinvolti.

Gli insegnanti dovrebbero sforzarsi, tramite un sapiente sfruttamento didattico dell’errore, di fare acquisire agli studenti una mentalità critica e una disponibilità a sospendere il giudizio, così come un atteggiamento razionale nei confronti di ciò che accade e di ciò che si conosce, poiché in tali atteggiamenti risiede tutto il valore formativo dell’educazione.”

“L’uomo di scienza riconosce nel pensiero critico il suo principale strumento di lavoro e le critiche dei suoi colleghi, lungi dall’essere offensive, costituiscono per lui un prezioso aiuto che deve essere costantemente ricercato e favorevolmente accolto. A detta di Popper, una volta che una congettura è stata formulata, i ricercatori devono impegnarsi a individuare quei fatti che possono confutarla. Quella che chiamiamo verifica di una teoria consiste infatti in questo: nel vedere se non si riesca a trovare in essa un punto debole.”

fonte

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6- L’intelligenza dell’errore (Lucangeli Daniela, Psicologia dello sviluppo presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Padova)

Come si impara?

Parliamo di… intelligenza numerica (dal blog del sito del Convegno)

– Insegnamento, dare informazioni: da fuori a dentro

– Il potere costruttivo del cervello interpreta le informazioni: da dentro a dentro e in questa fase si formano gli errori di approssimazione con contaminazioni e misconcezioni.

– L’informazione torna fuori come nostra conoscenza approssimata: da dentro a fuori

Lucangeli

Come superare l’errore?
Non sottolinearlo, non fare esercizi finchè non si è trovato l’errore.
L’ aspetto fondamentale che spesso i protagonisti dell’insegnamento tengono in poca considerazione riguarda la COMPONENTE EMOTIVO-EMOZIONALE: essa contribuisce solitamente a fornire le ragioni che sottostanno ai comportamenti dei soggetti nei confronti dell’apprendimento.
Le emozioni positive che derivano dall’esercizio delle proprie abilità rinforzano la motivazione intrinseca, che si manifesta nei nuovi tentativi di padronanza di abilità.
Dunque l’emozione si lega come parte integrante nel processo di apprendimento, come flusso di azioni, IL FLUSSO DELL’INTELLIGERE
La cognizione non è separata dall’emozione: quando impariamo provando paura, ogni volta che apprendiamo proviamo paura. Se apprendiamo con noia, ogni apprendimento sarà noioso…
Per l’ 87%  è la paura l’emozione che traccia il percorso di apprendimento. Paura e senso di colpa.
– LA NOIA E RIPETIZIONE PASSIVA DANNEGGIANO IL POTERE CREATIVO DEL CERVELLO
– L’EFFICACIA DEL SORRISO
– GLI EFFETTI DELL’INCORAGGIAMENTO
vedere i due documenti:
LUCANGELI-DANIELA-2  (con esempi di errori)

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7-  Percorsi creativi di matematica (Caliari Samuela e Danieli Katia, Area programmi MUSE – Museo delle Scienze di Trento)

Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo“(Confucio)

Se mi emoziono, mi appassiono!

Ecco è il modo per insegnare la matematica: dalla pratica, dal fare, provare, sperimentare per poi capire, ma questo non basta! Senza il coinvolgimento della parte emotiva non si riesce a mantenere impegno, sforzo, interesse! Quindi un insegnante deve attivarsi a motivare con creatività ed empatia i suoi studenti se vuole essere seguito!

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Altri articoli dal convegno:

I problemi di Gagliardini Emanuele

– Matematica al volo di Camillo Bortolato

Prove INVALSI di Federica Ferretti (con approfondimenti di Fandiño Pinilla e Bruno D’Amore)

Pubblicato e linkato al sito dell'I.C.Traona dall'ins. Maria Valenti (Alicemate)