Archivio per la categoria ‘E’ TEMPO… DI SCUOLA’

Maria Valenti (Alicemate) come insegnante di scuola primaria ha costruito anche dei blog con le sue classe di scuola Primaria.

Quindi “Alicemate”, Maria Valenti o maestra Maria, sono la stessa persona e la trovate qui:

Quattro blog della maestra Maria Valenti con i suoi alunni, nel corso di vari anni, a partire dall’ultimo:

Blog di classe 4^ e 5^ (a.s. 2015/16 e 2016/17) Blog di classe 4^ e 5^ (a.s. 2015/16 e 2016/17) maestra Maria Valenti

blog di classe 2^ e 3^ (a.s. 2013/14 e 2014/15) blog di classe 2^ e 3^ (a.s. 2013/14 e 2014/15) maestra Maria Valenti

blog di classe 1^ (2012/13) blog di classe 1^ (2012/13) maestra Maria Valenti

Blog di ex classi 4^ e 5^ (a.s.2011/12 e 2012/13) Blog di ex classi 4^ e 5^ (a.s.2011/12 e 2012/13) mamamate = maestra maria matematica

E per altre pubblicazioni, più personali, ma anche scolastiche oltre ai primi articoli di classe: classe 3^a.s. 2010/11, il primo anno sul web con “Alice nel Paese delle Meraviglie”:

https://lameladiodessa.files.wordpress.com/2010/01/alice-alla-scoperta.jpg?w=129&h=129 blog di “Alicemate” (Maria Valenti)

Blog di condivision di buone pratiche con insegnanti e chiunque sia interessato ai problemi della scuola:

blog di "scuola in gioco" a cui collaboro  blog LAMELADIODESSA “scuola in gioco”  con maestri Giacomo e Maria

AliceMaria (Maria Valenti) suYouTube Maria Valenti suYouTube , con video costruiti anche per la scuola, molti non sono però visibili che negli opportuni spazi

Blog insegnanti I.C.Traona (dal 2013 al 2016)Blog di didattica e formazione, costruito come F.S. per il sito dell’Istituto Comprensivo di Traona (a. s. 2013/14; 2014/15; 2015/16 Blog insegnanti I.C.Traona  con articoli di  Maria Valenti (F.S.) e colleghi.

Dal mese di giugno 2016 ho aperto un gruppo su Facebook: “Scuola Primaria con Innovazione”, per accedere cliccare sull’ immagine di copertina:

cover photo, L'immagine può contenere: 1 personaDescrizione del gruppo: sono Maria Valenti, un’insegnante di scuola primaria e formatrice Erickson del Metodo Analogico di Camillo Bortolato. Ritengo importante il confronto e la condivisione di esperienze e materiali fra gli insegnanti perchè ci sia crescita nella nostra Scuola.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Alicemate di Maria Valenti l’ultima nata, una pagina facebook, aperta per trovare nuove opportunità di confronto e riflessione, allargando il blog Alicemate e le sue pubblicazioni “analogiche e creative”.

Per contattare personalmente Alicemate (maestra Maria Valenti), questa la e-mail: valentimariad@gmail.com

Alcuni spazi e articoli sono visibili solo a persone autorizzate o che lo richiedono personalmente per uso professionale.

La richiesta va fatta all’autore tramite e-mail.

 

(Articolo aggiornato a dicembre 2018)

condividere schema GiacomoCondividere per innovare… per riuscire ad avere una scuola “arditamente” ADEGUATA  ai nostri “NUOVI BAMBINI”, ma direi anche ai nostri NUOVI INSEGNANTI, perchè ci sono anche loro: insegnanti che vogliono che il loro lavoro sia utile a costruire insieme una scuola il più possibile aderente ai nuovi bisogni… e che non sia per forza una scuola HARD !!!

Parto ancora da uno schema di Giacomo che sa trovare la sintesi necessaria a mettere a fuoco in economia di tempo e spazio: se condividessimo di più, se ascoltassimo gli altri, a partire dai nostri alunni, colleghi, territorio, in modo critico e rispettoso, ma ci impegnassimo anche a mettere a disposizione quello che noi facciamo, umilmente, in modo che altri possano utilizzarlo, aggiornandolo, senza ripartire sempre da zero?

Ho letto il capitolo che affronta il problema della nostra  scuola e le tecnologie, nel  libro “I nuovi bambini” di Paolo Ferri, il professore di cui il collaboratore prof. Stefano Moriggi ci ha portato il pensiero al  corso sulla “Scuola dei nativi digitali”, da poco terminato nella sua prima fase.

Vorrei riportare alcune pagine che mi hanno risollevato dalla tristezza in cui mi ero trovata a fine corso, sentendomi troppo lontana e quindi in errore su come stavo lavorando, invece no, mi pare di capire che stiamo iniziando a cambiarla la nostra scuola, grazie alle nuove tecnologie, alle nuove idee, che sono idee e modalità di far scuola INSIEME ai bambini/ragazzi, INSIEME ai colleghi… solo così si è sulla corretta via, poi ci vuole molto altro ma almeno non siamo nè fermi nè soli!!!

“… Oggi l’impronta digitale della didattica, può rappresentare il punto di partenza per una maggiore rispondenza della formazione istituzionale ai bisogni degli studenti, delle famiglie, del territorio e delle imprese.”

Quindi:

bene all’utilizzo della LIM o videoproiettori per veicolare contenuti e lezioni in modo più interattivo e convogliando risorse disponibili, dal web, da esperienze educative di colleghi…

– bene a mettere a disposizione il proprio materiale prodotto in classe per studenti, famiglie e colleghi… utilizzando siti, blog, social come facebook, yuotube, Google+…

È solo un inizio, ma un corretto inizio! GIUSTO?

 Giacomo e Maria.

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Se avete tempo leggete quello che scrive in merito Paolo Ferri:

(clicca sulla foto per ingrandire e leggere) o scarica pdf da Qui
pag.206-207

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LA NOSTRA AULA … LA PIU’ BELLA STANZA DEL MONDO?

 Siamo in classe, i ragazzi guardano, ascoltano, chiedono, provano, sbagliano, riprovano, aiutano il compagno, provano insieme, vogliono farcela, alla fine qualcosa hanno costruito tutti e sono soddisfatti di aver preso parte alla lezione, di aver collaborato, di aver imparato qualcosa in più del giorno prima.

La scuola può anche essere attiva, portare soddisfazioni, essere piacevole, a volte anche divertente!

 Certo se si riesce a fare scuola in modo giocoso, creativo, coinvolgente, si riesce più facilmente ad attivare TUTTI, a promuovere cultura per TUTTI.

Ma è molto impegnativo attivare questi felici momenti di apprendimento per TUTTI, come è difficile la DEMOCRAZIA.

 Lavorare per tutti richiede tempi maggiori, a volte sembra anche di “perdere tempo”, di disperdere inutilmente energie, proprio come succede nelle gestioni democratiche, quando le decisioni le si vuole partecipate e condivise da tutti, quando si ascoltano i bisogni degli altri, attivando le energie di tutti e riconoscendo con onestà il lavoro di ciascuno.

Questa scuola che “tiene tutti” è difficile da attuare. Quella selettiva, che tiene solo i migliori, che non si impegna a cercare strade diverse, e chi non sa seguire la sua strada, l’unica e difficile strada per i capaci, resti pure fermo lì o rotoli giuuuuu…

 Questa riflessione è stata stimolata dalla lettura di un articolo riportato sulla rubrica della rivista di marzo/aprile 2012 “Scuola e formazione” dedicata al grande maestro Mario Lodi in occasione del suo 90° compleanno. (clicca QUI per vedere la rivista e aprire il pdf a fondo pagina)

 Mario Lodi ( 17/02/1922) è il maestro/scrittore che ci ha dato  “Cipì”, “Il paese sbagliato”, “Bandiera” e tanti altri libri per i bambini e per la scuola e che continua a lavorare affinchè la scuola sia una bella stanza per tutti quelli che la vivono.

 Sono quindi tornata a rivedere un’ intervista a Mario Lodi di Famiglia Cristiana del  2008LA CLASSE DEL MAESTRO” di cui riporto questi due quesiti

(per vedere tutta l’intervista clicca QUI)

 1) La scuola che deve fare?

… abbiamo un problema in più da fronteggiare, fatto di Tv e computer che scollano sempre più i bambini dalla vita reale per proiettarli in un eterno virtuale, insinuando in loro la convinzione che l’avere conti più dell’essere e del sapere».

Rende l’idea con un aneddoto: «Sono stato in una classe poco tempo fa, ho chiesto ai bambini cosa sognassero di fare, uno mi ha risposto ‘il miliardario’, ovviamente in euro, ‘così mi compro due belle ragazze e due macchine’. Gli altri ne hanno fatto subito un leader. Nel ‘mi compro’ c’è un’idea di mondo. Se vogliamo una speranza come scuola
dobbiamo inventarci un sistema per fermare questo mercato. Non so se l’idea che ho saprà farlo. Sperimentiamo, poi magari alla fine scopriremo che non vale, ma almeno proviamo».

2) Maestro unico? Tempo pieno?

Quando gli chiediamo che ne pensa del maestro unico di cui tanto si discute Lodi risponde che: «Non è fondamentale che siano uno o tanti, dipende tutto da come sono. Anche il tempo pieno l’abbiamo inventato noi, a Barbiana e a Vho di Piadena, ma non è un valore in sé, conta quel che ci metti dentro: se è un parcheggio non serve a niente».


Vengono in mente le parole di don Milani: «Gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena. Insistono perché io scriva per loro un metodo, che io precisi per loro i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per far scuola, ma solo di
come bisogna essere per fare scuola». Nessuno, né don Milani che non c’è più da tanto tempo, né Mario Lodi che a 86 anni ancora insegna delle cose, si è mai illuso che fosse facile tradurre in realtà gli ideali. Ma non sembra una buona ragione per non provare.

Che ci dicono quindi Mario Lodi e Il suo amico Don Milani, dove sta la differenza nel far di un’aula la più bella stanza del mondo?

– la differenza non è quello che fa un insegnante, ma come lo fa

– come lo fa non è il metodo che segue ma come si pone mentre insegna

– è il maestro che fa la differenza

– un gioco può diventare ostile

– una lezione frontale può essere felicemente giocosa…

– il tempo pieno può diventare un parcheggio

– il tempo breve una stazione di lancio…

Sono poi andata a leggere l’intervista a MARIO LODI di Repubblica, 16 febbraio 2012 a cui si collegava anche la rivista scolastica.

“Sognavo una scuola libera, ma oggi quell’utopia non c’è più”

A una scuola puramente trasmissiva, dispensatrice di saperi dall´alto, opponeva un insegnamento che contemplava la collaborazione al posto della competizione, il recupero invece della selezione, la ricezione critica piuttosto che l´ascolto passivo. «Volevamo rifondare la scuola democratica. L´aula rappresentava la società e a scuola si sperimentava la base del vivere civile. Il maestro doveva formare il cittadino responsabile».

E dopo oltre mezzo secolo, maestro Lodi, qual è il bilancio?

Lo sguardo azzurro si fa distante, come a difendersi da una realtà che non gli piace. «L´Italia è un disegno incompiuto. Non è nato il popolo che volevamo rieducare, così come non è nata la nuova scuola che avevamo in mente. Se mi volto indietro, se penso al nostro lavoro di quei decenni, mi sembra tutto vanificato. Oggi è prevalsa la scuola tradizionale, un modello competitivo che somministra nozioni e dà la linea». Non vogliamo teste piene, le vogliamo ben fatte: era lo slogan degli insegnanti democratici. Un´altra favola bella che se n´è andata.


E al maestro di oggi cosa suggerirebbe?

«Possedere un cuore, che è un motore potente. E poi attaccarsi al bambino, seguirlo con dedizione, riuscire a scrutarne i talenti nascosti. Senza mai dimenticare che il compito della scuola è trasformare un gregge passivo in un popolo di cittadini pensanti».

No, non si arrende Mario Lodi. Ma nel giorno del suo novantesimo compleanno, lui chiede per favore, fate silenzio. Guardate fuori dalla finestra, insieme al maestro, ma in silenzio.

E allora con il saggio Maestro restiamo un po’ in silenzio e riflettiamo… guardando con lui dalla finestra.

(Intervista a Mario Lodi sul suo nuovo libro “C’è speranza, se questo accade al Vho”. Drizzona (Cremona) 03/02/2011)

Link ad alcuni lavori pubblicati in internet,  fatti dai bambini della scuola primaria con i loro insegnanti :

“Nasce Cipì” narrata e illustrata dalle classi seconde  (tratto dala storia di “Cipì” di Mario Lodi)

La storia di “Cipì” di Mario Lodi raccontata dai bambini di una classe prima:

“LA STORIA DI CIPI’, UN UCCELLINO BIRICHINO”

La storia di” Cipì” raccontata e  illustrata in una classe seconda:

cip  cip… Cipì

Un altro lavoro su

La storia di Cipì

“E’ terminato il  2011, che ricorderemo come l’ultimo anno  in cui si poteva andare in pensione ancora da vivi “ (da Popinga)  

La WordPress ha preparato un resoconto annuale del lavoro fatto nel blog nel corso del 2011

Per ogni articolo pubblicato apparirà la data e partirà un fuoco d’artificio

poi fate scorrere per continuare a leggere e

troverete statistiche, conteggi, percentuali… vedrete il numero di visitatori, scoprirete l’articolo più commentato, quelli  più visti, i visitatori dal mondo, chi ha commentato…

Click here to see the complete report.

clicca qui per vedere il resoconto completo

CIAO A TUTTI E…  BUON 2012 !!!

AVVISO AI NAVIGANTI

gli autori gradirebbero avere il parere dei colleghi che leggono e si trovano in accordo o disaccordo e …  magari utilizzano giochi e lavori/laboratori con i loro alunni e trovano suggerimenti o richieste di chiarimenti o imprecazioni per la non riuscita di quanto proposto….

Vi aspettiamo sui commenti allora e grazie !

IDEA

Giochino preparato velocemente per introdurre e far ricordare le frazioni complementari, condiderate le differenti particolarità in cui presentiamo le frazioni  e relativa  terminologia.

Da utilizzare per le classi 3^ e 4^ della scuola Primaria.

ESECUZIONE

“Completo l’ intero”

1 – Ogni coppia di ragazzi riceve due cartoncini di diverso colore,  deve decidere come dividere un intero in un certo numero di parti (DENOMINATORE) e ognuno deve prenderne una parte (NUMERATORE), scrivendo la frazione ottenuta sui cartoncini ricevuti.

2 – Tutte le frazioni vengono mischiate e sparse a caso, ogni ragazzo prende una frazione e cerca il compagno che permette di comporre l’intero

3 – quando i ragazzi hanno capito il gioco, pian piano si tolgono alcuni cartoncini finchè il gioco finisce con la coppia vincitrice!!!

CONSIDERAZIONI

Se l’ho scritto è perchè, nonostante la sua semplicità, penso sia utile ad aiutare i ragazzi ad abbinare l’intero alla ricomposizione… anche fisica della coppia di ragazzi.

Poi,  si sa,  un po’ di movimento può servire  da “collante” a fissare le cosine  al posto giusto… anche in matematica!!