Questo che segue è un breve capitolo di un libro del pedagogista Riccardo Massa: “CAMBIARE LA SCUOLA: educare o istruire?”.
Un concetto particolare quello della “cura” che ha un’importanza estremamente significativa in rapporto alla “modernità” delle relazioni scolastiche.
Buona lettura!
“Si dice che educazione derivi da educere e che questo termine significherebbe aiutare qualcuno a «tirare fuori» qualcosa già presente dentro di lui. Ma educazione deriva da educare, che vuoI dire nutrire, allevare. Educere significa letteralmente, prima di essere declinato nell’ ambito di una metafora di tipo maieutico, «portare via» e portare oltre. Fare oltrepassare qualcosa, Non si tratta di civetterie etimologiche ma di una densità concettuale che deve essere restituita al nostro pensiero. In italiano la parola educazione comprende entrambi questi significati, È in gioco una duplice matrice di senso. li concetto di educazione deve essere pensato rispetto a due ordini strutturali. Si tratterà di capire come si incrocino e si incastrino tra loro. Tali strutture d’ordine corrispondono, più che alle dimensioni dell’educare e dell’istruire, a quelle dell’allevare e del condurre. Gli psicoanalisti potrebbero dire che educare rientra nel codice materno mentre educere è sotto quello paterno. In ogni modo, è come suggerire che, per condurre via, bisogna prima accudire e nutrire; così come che, dopo essere stati accuditi e nutriti, occorra il venire portati via dal luogo della nutrizione e della cura.
Se si risale all’ antichità, Platone nella Repubblica usa due termini continuamente affiancati, trofè e paideia, che solitamente si traducono con «allevamento» e «educazione». Qui per educazione si intende la «formazione» umana, mentre il concetto di allevamento corrisponde alle pratiche dell’ educare. Spesso quel secondo termine è tradotto con la parola «cultura», nel senso di ciò che può rendere l’uomo capace di assumere la forma che gli deve essere propria. Ma si potrebbe anche usare «istruzione», intesa come l’in- sieme degli insegnamenti che rendono possibile l’accesso alla verità delle cose. Inoltre, al posto di «allevamento», si potrebbe tradurre «cura», nel senso degli accudimenti fisici e morali verso chi cresce. Si giunge pertanto all’insieme di cura e cultura. Il concetto di cura è importante per l’esperienza educativa. La cura sembra altra cosa, ed è infatti posta come istanza distinta, rispetto alla cultura. Anche se per coltivare un campo si deve avere cura di esso e per trasmettere cultura si deve coltivare – nel senso di averne cura -l’animo dei bambini. In tutti i modi, l’educazione, nel suo significato originario, è strettamente legata all’ esperienza della cura. Non si può istruire qualcuno senza averne cura. Non si può addestrare un animale senza nutrirlo e addomesticarlo. Se la potenza dell’ educazione è quella di far danzare gli orsi, come diceva Leibniz, anche a questo scopo occorre prima renderli docili. Un’archeologia del sapere pedagogico dovrebbe fare ancora i conti con la struttura del discorso platonico. Ma è lo stesso Platone a dire che per trasformare un bambino in guardiano utile alla città, prima di istruirlo, occorre condurlo in uno spazio diverso da quello dell’ allevamento e della cura.
Tra l’educare e l’instruere si pone l’educere, come valenza fondamentale presente nella duplice matrice di senso dell’idea di educazione e come condizione strutturale delle pratiche di formazione attraverso insegnamenti determinati. I significati originari sono dunque tre e sono quelli del prendersi cura, del portare via e dell’insegnare. Non che tra questi significati vi sia pacificazione e continuità, tutt’altro. Portare via significa anche rapire, strappare, separare, sedurre. Educere assomiglia molto a seducere, anche nel senso di sviare e portare fuori strada. Ma soprattutto, prima che condurre in un luogo appartato, può significare condurre all’ aperto. Il gesto educativo è il gesto di chi porta nella radura, la radura dell’essere di cui parla Heidegger. Jean-Jacques porta via Émile sin dal momento della nascita. Qui l’altrove dell’ educazione è il luogo stesso della nutrizione e della cura, in antitesi a quello negativo della famiglia di origine. L’educere si contrappone all’educare sussumendolo in sé. E Socrate, in quanto educatore, è molto più corruttore che maieuta. 0, per lo meno, è in quanto oggetto di amore da parte dei giovani, anziché sedotto da essi, che può fungere da ostetrico e formato re.